Toglietemi tutto ma non il ….telefonino
Le sfide della nuova comunicazione
Il fenomeno.
L’Italia è il terzo Paese al mondo per numero di telefonini, secondo il rapporto “Digital in 2018” che ha preso in esame 239 paesi, il numero di coloro che accedono a Internet nel mondo ha superato i quattro miliardi di persone: più della metà della popolazione mondiale è online! Passiamo oltre sei ore al giorno su internet e l’Italia si conferma al terzo posto per penetrazione di utenti unici di telefonia mobile rispetto alla popolazione (83%), subito dopo Corea del Sud e Hong Kong.
I giovanissimi risultano più legati all’uso del cellulare. L’uso delle nuove tecnologie ha profondamente trasformato il modo in cui comunichiamo ed ha influenzato persino i contenuti che scegliamo di condividere con gli altri.
I cambiamenti della comunicazione.
L’avvento di internet e della tecnologia cosiddetta “indossabile”, ha radicalmente trasformato le nostre abitudini, il dialogo tra le persone, i linguaggi utilizzati e il modo stesso di comunicare.
Non meravigliamoci di questo però. La comunicazione è un processo in continua evoluzione e le invenzioni e le scoperte hanno da sempre rivoluzionato usi e costumi dei popoli. L’evoluzione della comunicazione ha riguardato ogni epoca seppur con modalità, intensità ed effetti diversi, sebbene i mutamenti sociali, scientifici e culturali degli ultimi 100 anni, hanno determinato un’innegabile accelerazione.
Anche gli esodi e gli spostamenti dei popoli, i c.d. fenomeni di migrazione, contribuiscono enormemente a modificare usi, costumi e linguaggi. Si stima che nei prossimi decenni la comunicazione ed il linguaggio utilizzato convergerà verso un unico modello linguistico globale.
Il linguaggio delle persone è quindi influenzato anche dai mezzi di comunicazione.
Oggi comunichiamo in modo nuovo utilizzando nuove apparecchiature e terminologie: il telefono, i messaggi, i social. I linguaggi si sono pian piano adattati ai mezzi utilizzati e così ci si ritrova ad utilizzare terminologie ed abbreviazioni nuove.
“Bisogna stare al passo coi tempi” ci ripetono in molti ed in fondo non è falso. La velocità di comunicazione ha reso tutto più rapido, più impellente, più frenetico. La messaggistica istantanea (WhatsApp) pone domande ai nostri interlocutori in un istante e richiede a sua volta risposte immediate. Non c’è più tempo di riflettere, di far maturare un’idea, di condividerla con altri.
Tecnologie e mezzi di comunicazione hanno velocizzato i ritmi della vita determinando importanti trasformazioni sociali. La comunicazione è un bisogno dell’individuo come quello di sicurezza, del senso di appartenenza, della realizzazione personale. E’ innegabile però che la qualità dei rapporti tra le persone risulta obiettivamente penalizzata da questa frenesia ed il bisogno di stare insieme e la condivisione si concretizza oggi sempre più in modo virtuale. Le relazioni umane si costruiscono fisicamente, con il dialogo e con l’esperienza reale tra le persone. Oggi invece “società” è sempre di più sinonimo di “social”.
Sono cambiati i ritmi, non c’è più il tempo di scriversi una lettera, non c’è più la voglia di parlare per troppo tempo al telefono. Ora tramite gli sms, le chat, le e-mail, e anche i social network, tutto è più veloce, è subito disponibile. Tutto è più freddo però. Sì perché le informazioni passano attraverso uno schermo, che ce le mostra e le mette a nostra disposizione. Non c’è tono, non c’è enfasi, non c’è rapporto umano in particolar modo…insomma, tutto molto comodo sicuramente, ma un po’ estraniante dalla realtà, se vogliamo.
Il dato di fatto è che oggi siamo comunque chiamati a confrontarci con questa nuova vision, per cui possiamo solo impegnarci a comprendere meglio i vantaggi del progresso ed a limitarne i rischi da abuso o cattivo utilizzo!
La comunicazione passa attraverso i filtri cognitivi di ognuno, cioè il proprio modo di intendere e percepire il mondo. Ognuno di noi quindi elabora le esperienze che vive attraverso le proprie facoltà, determinando così una sorta di distorsione della realtà che adatta al proprio mondo. Nella nuova comunicazione fatta di social e messaggi questi filtri vengono talvolta superati perché la comunicazione è prevalentemente scritta, quindi priva di quegli aspetti importanti di tipo verbale e non verbale come l’espressione, la postura, il tono della voce, aspetti importanti che aggiungono alla comunicazione connotati fondamentali che non si possono sostituire con una semplice faccina che ride o che piange. Per non parlare dell’importanza dell’immagine che rappresenta il principale canale di comunicazione degli individui (la comunicazione c.d. visiva) che nell’utilizzo quotidiano dei telefonini, viene di fatto a mancare.
Assume importanza quindi il controllo delle informazioni che transitano sulla rete e che finiscono alla nostra attenzione ignorando età dell’individuo (bambini e internet) e livello di comprensione (pensiamo alle informazioni mediche).
I ragazzi sono sempre più soli.
Basta guardarsi intorno per vedere ragazzi ed adulti concentrati sui propri telefoni in un felice isolamento e pur trovandosi spesso in compagnia di altri, in treno, a scuola, sul lavoro o peggio ancora seduti a tavola.
Oggi condividere non è più “dividere con” ma significa copiare un post o inoltrare un messaggio ai propri contatti. Non esprimiamo più pareri fatti di punti di vista e spiegazioni, l’era digitale, fatta di bit zero/uno impone la sintesi ed ecco che tutto si limita ad un “mi piace”, al massimo un commento quasi sempre frainteso (un commento per dire qualcosa e 10 per chiarire il primo!).
Dire ti voglio bene a qualcuno è impegnativo se devi guardarlo negli occhi, ma oggi lo si fa da una tastiera attraverso l’invio di una buffa faccina.
Ma allora cosa c’è di buono nella new comunication?
Sicuramente la comunicazione è cambiata e cambierà ancora di più in futuro e di questo dobbiamo farcene una ragione. Non è mai stato utile vivere di nostalgie sebbene la nostalgia talvolta sia seducente. Al contrario è necessario comprendere in quale direzione va il mondo al fine di poterci orientare efficacemente e guidare in questo viaggio i più giovani. Migliorare la comunicazione significa impegnarsi a renderla efficace.
Si stima che ogni 3 anni nascono mestieri mai esistiti prima e questo dice tutto sul mondo che viviamo. Un mondo con un tasso altissimo di cambiamenti che non ci consente di rimanere indifferenti rispetto alle nuove sfide che la tecnologia ci propina.
Resistere al cambiamento è come resistere alla respirazione: si muore per mancanza di ossigeno. Cambiare significa mutare, progredire, passare, trasformarsi da uno stato ad un altro ed è per questa ragione, una dimostrazione di vitalità ed evoluzione. Se prima dell’avvento di Internet era difficile unire e guidare una “comunità”, era complicato far circolare la voce, coordinarne l’azione e svilupparla rapidamente, con la comunicazione Web si è concretamente realizzato quel global village dove tutti sono interconnessi all’interno di uno spazio.
Vedremo tra qualche anno, o anche meno, visti i tempi di evoluzione della tecnologia, quali altre innovazioni ci porteranno questi mezzi di comunicazione, alcune negative, altre positive sicuramente. Staremo a vedere, intanto comunichiamo.