La pagina evangelica di questa domenica è composta di due parti: la prima è il prologo del Vangelo, quindi i primi versetti dell’opera lucana; la seconda, invece, riporta l’inizio del ministero pubblico di Gesù.
Tre elementi mi sembrano significativi.
Anzitutto, emerge con chiarezza il rapporto che siamo chiamati a vivere con la Tradizione. Luca, infatti, nel prologo sottolinea che quello che è stato consegnato dai testimoni oculari del Signore – gli Apostoli – ora va ulteriormente approfondito con “ricerche accurate su ogni circostanza” per fare emergere ancor più “la solidità degli insegnamenti” ricevuti.
La Tradizione è una realtà viva e solo una visione parziale può pensare al “deposito della Fede” come qualcosa di statico. Papa Francesco al riguardo nel 2017 diceva: “La Parola di Dio non può essere conservata in naftalina come se si trattasse di una vecchia coperta da proteggere contro i parassiti! … La Parola di Dio è una realtà dinamica, sempre viva, che progredisce e cresce perchè è tesa verso un compimento che gli uomini non posso fermare”.
Luca, che scrive ad una generazione successiva a quella che ha visto, udito, toccato con mano oppure ha ascoltato la testimonianza degli Apostoli, trovandosi dinanzi a nuove sfide e a nuove prospettive, ha desiderato e ha sentito l’urgenza di esprimere le novità del Vangelo di Cristo che, pur racchiuse nella Parola di Dio, non erano ancora venute alla luce.
Sempre Papa Francesco nel 2017 avvertiva: “Non si può conservare la dottrina senza farla progredire né la si può legare a una lettura rigida e immutabile, senza umiliare l’azione dello Spirito santo.
Un secondo elemento interessante di questa pagina è, nella seconda parte del testo evangelico odierno, l’affermazione riferita a Gesù che “secondo il suo solito” si recò nella sinagoga.
“Secondo il suo solito” rimanda ad un’azione abituale fatta da Gesù, quindi richiama la vita ordinaria, feriale di Gesù. Ebbene, in questo contesto così abitudinario e comune si realizza e si compie lo straordinario di Dio. Gesù, infatti, dice: “Oggi si compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”. Gesù inaugura una sorta di “liturgia laica”: nel lavoro, nell’educazione dei figli, nel ménage familiare, nell’amore, nello studio, nel gioco, nelle fatiche quotidiane, nelle fragilità nostre e altrui con cui ci confrontiamo ogni giorno, proprio in tutto questo si compie lo straordinario di Dio. Fede e vita s’intrecciano come mai era successo e la vita stessa diventa un miracolo che mai nessun occhio ha visto.
In ultimo, il Vangelo odierno insiste sulla direzione della missione di Gesù, che è universale, verso tutti. Eppure ha delle corsie preferenziali, così come Gesù oggi afferma. E questo sono gli ultimi, i poveri, quelli senza speranza. Egli prende a cuore gli “scarti” della società e dell’umanità, proprio perchè la sua missione è universale. La nostra attenzione agli ultimi del nostro tempo non è per schierarsi con questo o con quell’altro partito, non è un modo per entrare nell’agone politico, ma è una scelta di fede, è un’obbedienza di fede e … di umanità!
3ª domenica “per annum” – C
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