Il Natale è festa cristiana, cioè festa che riguarda Cristo. Egli risplende dinanzi ai nostri occhi increduli come luce, come vita, come carne, come povero, come pane. È Cristo il cuore pulsante di questa festa! È lui che siamo venuti ad incontrare e ad adorare qui oggi! Come i pastori, illuminati dalla parola che risuonava dall’alto, ci accostiamo al mistero del Dio bambino, del Dio povero e fragile, del Dio crocifisso e risorto. Ed è solo la sua Parola che ci svela il mistero nascosto. I pastori non avrebbero mai visto null’altro che una famiglia povera se non fosse stato dato loro l’annuncio, così ora per noi è la sua parola che ci fa vedere dietro ai segni la realtà viva del suo amore per noi.
L’evangelista Giovanni, nel prologo al suo Vangelo, che è risuonato ora come Parola del Signore, ha mostrato il dramma del Verbo incarnato: “Venne fra i suoi e i suoi non lo hanno accolto“. La luce divina risplende, ma proprio i vicini, quelli che erano più avvezzi, non la accolgono, anzi di più tentano di sopraffarla e di soffocarla. Ma la Luce vera “le tenebre non l’hanno vinta”.
Il Natale ci riempie di gioia a ragione di questa certezza, che si è resa evidente nella storia di Gesù e che continua a rendersi visibile per opera dello Spirito Santo nella storia di ogni credente: “nessun atto umano potrà mai impedire all’alba della luce divina di nascere e di rinascere nei cuori degli uomini” (Papa Francesco). La luce è e sarà sempre più forte delle tenebre, perché Dio non si ferma davanti al male, anzi lo trasforma radicalmente e gradualmente in bene, proprio mentre “la logica maligna trasforma persino il bene in male, per portare l’umanità a rimanere nella disperazione e nelle tenebre” (Papa Francesco).
“A quanti però l’hanno accolto, ha dato il potere di diventare figli di Dio”, prosegue l’evangelista Giovanni. Quella luce rifiutata, osteggiata, vilipesa, denigrata, viene accolta tuttavia da quanti nell’umiltà della propria condizione si aprono, diventando così figli di Dio. È l’altro aspetto luminoso del Natale. C’è chi accoglie, chi dà credito al Verbo della vita, chi sceglie di farsi abitare da una Parola che certamente sconquassa le logiche umane, ma apre orizzonti inaspettati e nuovi, orizzonti salutari. È la vicenda di tanti uomini e donne, credenti e non credenti, che, provocati dagli appelli dello Spirito che nell’intimo della coscienza risuona per tutti, si fanno pane spezzato per chi è affamato, casa accogliente per chi è straniero, sostegno e conforto per chi è nel dolore, difesa sicura per chi è oltraggiato, amico solidale per chi è osteggiato.
Tutti costoro sono figli di Dio non in virtù di una qualche appartenenza religiosa, ma perché grembo accogliente del Figlio di Dio, che ancora oggi si fa carne e continua a nascere nella carne degli uomini.